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Il regno di alba

C'era una volta.......
in un paese lontano, circondato da montagne innevate, viveva una giovane donna in attesa di un figlio. Una sera guardando il volto della luna pensò: - Come sarebbe bella una bambina con la pelle bianca come questa luna!
Passò l'estate, arrivò l'autunno e la donna mise al mondo una bambina che, con grande sorpresa di tutti, invece di avere gli occhi scuri e la pelle ambrata come tutti gli altri bambini era pallida e chiara come la luna: così fu chiamata Alba. E vista la sua esile corporatura, in breve tutto il villaggio la chiamò Albina.
Poiché la sua pelle era molto sensibile al sole ardente di quei luoghi, ed i suoi occhi mal sopportavano la forte luce del giorno, passava le sue giornate in casa e usciva a passeggiare solo la sera, quando la luna illuminava il villaggio. La ragazza crebbe diventando sempre più affascinante, ma alcune comari maligne e invidiose cominciarono a diffondere la voce che Albina, così diversa e speciale, fosse figlia di uno spirito del male.
Si sa come vanno le cose in un paese: nel giro di poco tempo Albina ebbe contro di sé tutto il villaggio, al punto che la vita per lei era diventata pericolosa ed erano in molti a voler farle del male.
Sua madre, che era una donna coraggiosa, nonostante il grande dolore di vederla partire senza un luogo dove potersi rifugiare né un amico a cui chiedere ospitalità, l'aiutò a fuggire sulle montagne.
Di giorno, Albina si nascondeva nelle grotte e la notte, grazie alla luce della luna, usciva a raccogliere erbe e bacche per nutrirsi. A volte, guardando verso la valle, vedeva le piccole luci delle case del suo villaggio e con tanta nostalgia pensava alla sua mamma.
E una notte, Albina sentì un gran rumore provenire dalla radura vicino alla sua grotta. Nascondendosi dietro gli alberi vide una carovana che si era accampata: una banda di briganti stava gozzovigliando attorno al fuoco. Avvicinandosi con molta cautela all'accampamento udì il capo dei briganti dire: - È ora di dormire! Domattina uccideremo il prigioniero, così libereremo la carrozza; abbiamo bisogno di cibo e scenderemo a valle a saccheggiare il villaggio.
Albina inorridì a quelle parole. Per prima cosa decise di soccorrere il misterioso prigioniero prima che i briganti potessero attuare il loro crudele piano, e quando li sentì tutti russare rumorosamente si fece coraggio e alla luce di una luna resa pallida da alcune nuvole amiche, si avvicinò silenziosamente alla carrozza. Socchiuso lo sportello, vide un giovane, vestito elegantemente, legato e imbavagliato che la fissava con sguardo incredulo. Non c’era tempo da perdere, era necessario fuggire al più presto!
Velocemente Albina lo liberò, lo prese per mano e di corsa si allontanarono dall'accampamento.
Ma quale non fu lo stupore di Albina, quando, diradatesi le nuvole, la luce della luna piena illuminò il viso del prigioniero: due occhi chiari pieni di gratitudine luccicavano in un volto dalla pelle color di luna incorniciato da riccioli argentati.
Albina incredula si vide come in uno specchio e provò una grande gioia piena di meraviglia.
Allora il prigioniero le rivelò la sua tragica sorte: i briganti avevano assalito e incendiato il piccolo regno di cui il padre era re, il famoso regno di Alba in cui viveva un misterioso popolo dalla pelle chiara. Le leggende narravano che i loro antenati fossero discesi dalla luna in un tempo molto antico: era un popolo pacifico e unito che non conosceva l’uso delle armi dove tutti si aiutavano reciprocamente ed in cui non c'era mai stata una guerra né un dissapore.
Il regno di Alba ora era stato distrutto mentre lui, unico sopravvissuto, per salvare la sua vita si era rifugiato nella carrozza reale, ma subito dopo, con suo grande sgomento, i briganti se ne erano impossessati ed erano partiti, ignari che Lui si trovasse a bordo. Ora che l'avevano scoperto, avevano deciso di liberarsene.
Il suo nome era Albino.
Albina lo prese per mano, non le pareva vero aver finalmente incontrato una creatura così simile a lei e per un attimo rimase incantata; poi si riebbe dall’emozione, balzò in piedi e gli disse: - Dobbiamo correre al mio villaggio ed avvertire del pericolo tutti gli abitanti, e tu pure devi fuggire prima che i briganti si sveglino! Presto, andiamo! -
Si diressero di corsa verso il fondovalle, inciampando e scivolando lungo i pendii della montagna, sostenendosi e incoraggiandosi l’un l’altro, e giunsero trafelati al villaggio addormentato: solo la mamma di Albina era sveglia a guardare la luna sperando di poterla rivedere al più presto.
Appena udì i passi della figlia le corse incontro e le due donne stettero a lungo abbracciate; poi Albina le presentò il suo pallido amico e la mamma sorrise perché finalmente si era avverato un suo grande desiderio: aveva tanto sperato che la figlia trovasse un giorno un compagno.
Ma subito Albina la mise al corrente della minaccia che incombeva sul villaggio e decisero allora tutti insieme di correre di casa in casa ad avvertire la gente che ancora dormiva, ignara di quel grande pericolo che la minacciava.
Gli increduli e assonnati abitanti inizialmente si spaventarono al vedersi davanti Albina, immaginavano infatti che fosse morta di fame o sbranata da una belva feroce, e soprattutto erano stupiti di vederla accompagnata da questo misterioso principe Albino, ma non volevano credere al racconto dei briganti; i due ragazzi però insisterono così tanto che finirono per credere all'imminente pericolo.
Si organizzarono quindi molto velocemente: nascosero in un luogo sicuro i bambini e le persone più anziane e deboli e, all’arrivo dei malviventi, assalirono la carovana con tanta agilità e destrezza da non lasciar loro scampo, così che il villaggio fu salvo.
Tutti gli abitanti dovettero vergognarsi per aver così duramente trattato Albina che si era rivelata la migliore tra loro e che aveva salvato le loro vite. Per mostrarle la loro gratitudine, al villaggio si organizzò una grande festa alla quale tutti presero parte e che durò tre giorni, tra canti, danze e cibo e che si trasformò in una festa ancora più bella quando Albina e Albino, che dopo tutta quella terribile e spaventosa avventura avevano finito per innamorarsi, annunciarono la loro decisione di diventare marito e moglie.

Gli abitanti nominarono Albina e Albino capi del villaggio perché avevano capito che loro due avrebbero portato la pace tra la gente; e così avvenne.
Come potete immaginare, vissero tanti anni felici e contenti ed i figli dei loro figli sono ancora tra noi.

Scritto da SICRICA

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